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xii. - Battistero, chiesa, cimitero! | 113 |
certe ineffàbili tonalità violàcee. Conforto di maggior frescura, e profumo di rèsine, recava dal Tirreno la sera imminente.
Passavano intanto donne del popolo coi loro bimbi davanti alla chiesa: li sollevàvano a baciare quelle istoriate porte di bronzo, chiuse come il mistero; e non so perchè, dicèvano ad ogni porta, con accorato accento: «Bello, bello!» con quelle elle che squillàvano come làmine tese fra la dolcezza lamentosa delle vocali; ed i bimbi ripetevano: «Bello».
«Bello», che cosa?
Sì, «bello» e basta.
Quanto più sàvio baciare le impenetràbili porte del mistero, e dilungare piamente, in silènzio, a capo chino, come facèvano quelle donne, piuttosto che urtarvi col capo, come facciamo noi! Ed allora anch’io mi posi a riguardare quei riquadri delle porte ad alto rilievo di bronzo, ed una figurazione più delle altre mi attrasse: essa rappresentava un cancelletto campestre, dietro il quale era un orto fiorito, e, dentro, tante figurine con gli occhi levati verso il cielo.
A. Panzini. | 8 |