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xii. - Battistero, chiesa, cimitero! | 111 |
Si vedèvano sul verde del prato gruppi di gente, seduta o sdraiata; ma che cosa facesse, non distinsi da prima per la lontananza.
«Qui dunque a Pisa — pensai — è lècito calpestare i tappeti verdi ed anche sdraiàrvisi;» e così mi accostai a quei monumenti venerandi «calpestando», ma senza paura; ed un po’ percorrendo quei sentieri marmorei, tracciati come lìnee cabalìstiche, sul verde, fra l’uno e l’altro monumento. L’erba del prato non era gentilina, pettinata, rasata dal giardiniere: ma rubesta, scura, tenace.
Attorno al Battistero, alla Torre, alla Chiesa non trovai, in quell’ora in cui io vi giunsi, alcun tedesco col Bèdaeker rosso, nessun visitatore, nessun cicerone. Il Battistero, il Cimitero, la Chiesa èrano chiusi in quell’ora; ma parèvano vìvere ancora nella vita.
Quei gruppi di gente, che avevo intravveduta, èrano formati di famìglie di artigiani con loro donne e bimbi. Dove cadeva l’ombra dalle mura o dalle cùpole, facèvano merenda in cròcchio: in mezzo, un tegame, un fiasco, pane e frutta; mangiàvano placidamente, fra