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il trionfo della penna d’airone 93

loro rosolio sugli ananassi. I fondants, dal tenue lilla e del profumo di vaniglia, si allineavano in fila alternata coi più rari confetti.

E mentre fissava, vide che c’era una lettera, con un carattere che gli era nuovo, e diceva:

«Regina manda questi confetti a Leo. Il male che gli uomini fanno, gli uomini possono riparare in qualche misura.»

E Leo contemplò a lungo quei dolci senza toccarli. E gliene veniva una sensazione nuova e pietosa. Se il mondo pareva allontanarsi da lui, la donna veniva a lui e bastava per tutto il mondo.

Una mano carezzevole si accostava senza ripugnanza e senza paura alla piaga del suo dolore, ed era la mano di Regina timidamente levata nel desiderio di bagnarsi del pianto di lui!

Ne sentiva pietà, confusione e gran dolcezza insieme.

«Domattina la rivedrò!» pensò con piacere come avesse pensato: «Domattina rivedrò il padre mio!»

Manifestamente esisteva una comunione di spiriti tra quella viva e quel caro morto: una voce era partita dalla bara e aveva parlato a lei, e quella soavità senza nome che gli distillava nell’animo ebbe virtù di calmare il pensiero e chiudere gli occhi nella dolcezza santa del sonno.

Era ben tardi: la candela, sibilando, si distruggeva nello spegnersi.