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64 | i trionfi di eva |
le sottane nere e le malve c’era libero un posto di professoressa d’italiano.
Era proprio quello che ci voleva per me! Comincio a far il giro di tutti quei signori, cavalieri, commendatori, senatori. Cascavano, poverini, dalle nuvole alla notizia che c’era un posto vacante. Cominciavano con un «Ah, sì!... Mi pare.... Ma veda.... Ma ecco! Veramente!...» ecco un corno! Mi guardavano come avessi avuto un marchio d’infamia sulla fronte. Quale marchio? Forse perchè ho amato in piena luce di sole una persona — che per giunta era uno dei loro — e questa mi ha indegnamente tradita? (Anche qui Leo si guardò bene dall’interrogare). E dire che per il loro partito io ho abdicato persino alle mie convinzioni più solide, ho tenuto persino delle conferenze contro il divorzio: cose da ridere, però, sa? trovarsi in mezzo a dei pii giovincelli baliosi, a fremebonde vergini pulzelle che brandiscono la spada di Giovanna d’Arco contro il divorzio! Tutta roba dove han diritto di interloquire solo quei poveri cristi e quelle povere diavole che hanno provato! E sa perchè mi hanno negato quel posto? Non mica perchè io avevo avuto un amante notorio; in sacrestia loro fanno ben altro! ma perchè sanno, indovinano che io sono un carattere fiero, indipendente, che non mi lascio mettere i piedi sul collo da nessuno. E loro invece vogliono il mondo sotto i loro piedi. Pigliala, adesso! E poi sa anche