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54 | i trionfi di eva |
aveva imparato a tener difeso il meccanismo delicatissimo della Bontà sotto un certo suo buon impermeabile di indifferenza e di risolutezza insieme, così che lagrima o pioggia, grandine o fango, bestemmia od urto vi rimbalzavano superbamente nè arrestavano il vittorioso procedere del bell’automobile della Vita.
E per tutto cotesto avrete la spiegazione del perchè i visi scialbi, i capelli lucidi, gli impeccabili colletti alti degli studenti aristocratici ed esteti — i quali facevano corte d’onore a Regina — non si voltassero nè meno quando passavano davanti agli occhi vivi ed ai calzoni corti di Leo, sulla soglia dell’Università. Pareva indifferenza o disprezzo, ed era invece rispetto e timore!
Ma Regina, invece, salutava per tutti questi altezzosi, e ben gaiamente, dicendo:
— Buon giorno, signor Leo!
E Leo era obbligato a rispondere: ma dopo diceva ai suoi: «Stupida! non ha altro luogo per andare a spargere il suo muschio?» Regina la giovanetta liberista e feminista, adorava le supreme eleganze, i rari profumi e perciò stava con gli esteti e con i borghesi dal colletto alto.
E i compagni — poichè si convinsero che Leo non s’infingeva — ridevano e lo beffavano di questo suo spregio per le donne in genere, e per Regina in ispecie.
Sì, per mettere a posto le cose del mondo