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il trionfo del marito di clodio | 43 |
— Caro mio — sussurrò il dottore quando ci potemmo levare in piedi — pensate: se dovessimo reagire contro tutte le viltà che si commettono, bisognerebbe prima di tutto domandare al buon Dio un sistema muscolare e un sistema nervoso fatto con cura privilegiata. Lasciate passare!
In piedi, io fremente, egli col polso fermo su me osservavamo il gruppo che si allontanava, quando accadde un fatto inatteso, o almeno a cui più non pensavamo.
Un piccolo uomo sbucò dal viale di fianco e si lanciava contro mister Douglas con un grido di guerra già preparato nel petto: «Vigliacco, vigliacco!»
Era il marchese Clodio.
Successe un parapiglia e una mischia oscena di tutte quelle figure: la voce vigliacco! che squillava sempre, si spense ad un tratto. Il gruppo cadde a terra. Clodio giù: sopra, la mole feroce dell’americano.
Di comune e tacito consenso accorremmo gridando noi pure forte: «Vigliacchi!»
Al rumore de’ nostri passi quella gente sostò, atterrita; si volsero, ci fissarono. Fu un attimo. Poi scapparono di fuga: e noi ci trovammo sopra il gruppo di Clodio disteso a terra col sangue che gli grondava dalla fronte e lei, disperata e lagrimante, che diceva ripetendo: — Oh, mio povero Clodio, mio piccolo Clodio! I nostri poveri piccini dormono a quest’ora e non lo sanno!