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il trionfo del marito di clodio | 39 |
al gruppo, il rosso, il magnifico rosso dell’abito serico di lei, il marito di Clodio: una gran macchia di porpora in quel giallo sbiadito dell’alba, un gran scroscio di risa e canti impuri in quel silenzio, quasi raccolto e sacro dell’alba.
Il marito di Clodio avanzava su tutti per conto suo con le preziose penne del cappello a sghimbescio, con le mani si teneva su le grevi trine delle gonne, e sollevandole a modo delle cantatrici, avanzava cantando la sconcia canzone:
Ciribibì, che bel piedin!
Il gruppo che seguiva non pareva partecipare a quel canto orgiastico.
— A terra! — ebbe appena tempo di suggerire il dottore che egli già si era nascosto dietro la siepe dei tamarischi — io lo imitai così che coloro non ci scorsero.
Procedevano lentamente, fermandosi ogni tanto, e perchè erano soli parlavano forte e le loro parole nell’aria immota giungevano ogni tanto al nostro orecchio. Non si comprendeva bene, ma erano recriminazioni reciproche fra gli uomini: le donne tacevano. Perchè c’era mister Douglas con due suoi accoliti e due dame di gran vita mondana e di turpe reputazione. Quegli abiti da luce elettrica stridevano nel chiaro giorno, nella purità dell’alba solenne, come una bestemmia nel raccoglimento di una preghiera.