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228 | i trionfi di eva |
andate da quelli che portano per insegna: «Qui non si vende fede!» come se volete trovare ancora un bricciolo di onestà, andate da quelli che dichiarano: «Io sono disonesto!» giacchè gli onesti e i credenti si vergognano di avere i magazzini pieni di una merce che non ha più molto corso in commercio.
E come il vigile del fuoco tira il campanello del proprietario della dimora che arde, così io fui preso dal bisogno di avvertire il proprietario che la sua moglie ardeva. Per dirgli che cosa? che la sua moglie ardeva? No! ciò sarebbe stata cosa ridicola, ingenua e perfida: bensì per avvertire quell’uomo savio e felice che una grande calamità, un grandissimo incendio avveniva nell’artistico e sacro monumento della Morale.
Cotale incendio e devastazione mi aveva profondamente turbato ed afflitto. Avrebbe turbato ed afflitto anche l’uomo che avea per suo ufficio la conservazione delle cose belle e buone? Quale peso dava egli a questo gravissimo fatto?
Giacchè tutto il segreto del vivere è qui: possedere le bilance di precisione per giudicare dei fatti umani e del loro valore alla stregua della praticità.
Questo, adunque, era l’annuncio: «Amico, un grande fatto avviene: crollano le torri, arde il monumento della Morale!»
Veramente avrei dovuto dire «era arso!»
Ma bastava poi la somiglianza di un ineffabile