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184 | i trionfi di eva |
E allora una nuova luce si formò nella sua mente, giacchè se il liquore contiene nelle sue intime cellule un demonio, non è detto che cotestui sia un demonio stupido e sonnolento: anzi è un demonio vigile, dalla vista acuta, che ampiamente scopre le cose passate e le future, anche là, dove il tempo, procedendo, opera nella memoria come il male della cateratta nella pupilla: cioè chiude lento, ma inesorabile.
Ora ecco quello che egli scoprì: «Omero (ricordo di infanzia) Omero immutabile ed alato (mentre il codice delle leggi è mutabile e pesante) Omero dove fa parlare quel tale, o Ulisse o Agamennone o Achille divino!... Certo qualcuno di costoro parla con alate parole e fa giuramento per il suo scettro, e come è vero che fu strappato dalla selva e più non metterà fiore nè fronda..., così... ah, così i suoi capelli più non fioriranno sulla lucida, convessa superficie di quel perfetto cranio che niuno appiglio dava oramai più alle forbici: nel modo istesso che il suo esemplare e rotondissimo cranio nessuna presa offriva nè meno alle sottili chiose degli antropologi criminalisti, suoi ottimi amici, ed avversari, secondo i casi.
Non fiorirà più, mai più, inesorabilmente mai più!
— Che uso avete fatto dei miei doni? — domanda il diavolo.
Invece come di biscie nere, come di serpentelli accesi