Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
152 | i trionfi di eva |
nel medesimo Hôtel dove erano le due donne in Parigi.
L’ossequio del signore era tale che non si poteva essere con lui scortese.
In quella scintillò e strascicò giù per la scalea l’abito di Mrs. Evelyne.
La carrozza era pronta.
In sul salire Nadina tentò un’ultima volta:
— Non si va proprio alla Comédie?
— Avere detto andare au Gymnase — rispose la dama e in tuono così esplicativo che voleva significare: «io pago e voi dovete seguirmi».
— Vous verrez — diceva Mrs. Evelyne frattanto in tuono più dolce — elle est toute couverte de pierreries. Galleria degli Uffici a Florence valere meno, oh molto!
Nadina non rispose: non avrebbe mai voluto arrivare au Gymnase, e invece il trotto dei cavalli quella sera era più rapido che mai. Dai tigli dei boulevards vaporava un caldo profumo di primavera.
I suoi pennelli, la sua arte! Oh, miseria delle miserie! quando avrebbe ella mai guadagnato altrettanto, pur lavorando tutta la vita? quando un raggio di gloria avrebbe cinto la sua fronte come quella che splendeva intorno al nome di Cleo de Merode?
Oh, miseria delle miserie!
Entrarono in un palchetto di primo ordine.
Bastò un’occhiata a Nadina per comprendere