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il trionfo di nadina 127


L’uomo arrossì, e si scusava dicendo che non voleva dire «amanti», che non voleva usare questo vocabolo così volgare riferendosi a lei.

— Come si confonde per poco — e Nadina sorrideva lietamente — ma dica pure «amanti», è una parola onestissima e che molto mi piace: soltanto mi dispiace di non averne avuti.

L’uomo fece un atto di incredulità.

— Ma sa che lei dimostra ben poco spirito a non credere a quello che io dico? «Le donne sono bugiarde» ecco, non lo dice, ma gli si legge in fronte. Bugiarde quelle che non possono essere sincere, ma io perchè dovrei nascondere se avessi avuto uno o due amanti?... La verità vera è che non ne ho avuti: moltissime adorazioni....

— Molte proposte di matrimonio — suggerì timidamente l’uomo.

— Di quelle poi nè meno l’ombra con mio grande dispiacere.

— Inverosimile!

— Anzi, verissimo.

— Evidentemente la grande sua bellezza, mi conceda questa espressione audace (e l’uomo pronunciò quella parola timidamente credendo che la donna ne dovesse arrossire, ma la donna non arrossì) ha reso timidi i suoi adoratori. E in verità chi dei mortali oserebbe sposare una Dea?

— Ed ecco detta una terza o quarta sciocchezza.