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126 i trionfi di eva


La artista e la donna ne erano in pari grado confortate.

L’uomo dai sandali era inoltre fornito di coltura larga, profonda. Egli era un bello scrigno pieno di gemme, ma serrato. Era un bel vivaio di preziose piante di sapienza e di esperienza, ma seminate in un terreno profondamente sterile: la Bontà.

I bacilli del Male, meravigliosi agenti di fecondazione, non trovavano l’ambiente adatto al loro sviluppo.

L’uomo, appunto per essere tale, vedeva le cose con un daltonismo morale assai curioso e talora mescolava osservazioni profonde a vane sciocchezze, come questa:

— Lei così bella, non teme di andare sola con un uomo? non teme quel che ne può dire la gente?

Rispose Nadina:

Noi siam fatte da Dio, sua mercè, tale Che la vostra miseria non mi tange

ed oltre che per la ragione espressa da Dante, sappia che io fui sempre abituata ad una relativa libertà fin da ragazza, e più se ne avessi voluta.

— Chissà quanti....

— «Quanti amanti» lei voleva dire. Ebbene, ecco che le è scappata di bocca un’altra sciocchezza.