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122 i trionfi di eva


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Di questo singolare personaggio non fu difficile a Nadina sapere vita morte e miracoli.

— Io sono un uomo relativamente felice, signorina — disse l’uomo — perchè un certo benessere materiale mi ha dato e mi porge libertà di seguire i miei istinti di osservatore e di filosofo. La mia vecchia ed ottima madre provvede ad ogni mia minuta ed umile cosa personale, un mio amorosissimo fratello, minore di me, è ragioniere e uomo d’affari. Egli sorveglia l’azienda domestica, così che io non ho da pensare a nulla per questo lato, inoltre — tranne la passione di viaggiare che mi prende di quando in quando — io sono di così pochi bisogni com’ella può vedere osservando la mia persona esteriore. Che cosa sarebbe stato di me se avessi dovuto lottare per il pane quotidiano? Fremo al pensarci. Ma forse la natura avrebbe provveduto e, chi sa? con mio beneficio. Mi avrebbe distolto dalla via per la quale mi sono messo e dalla quale non ho ricavato alcuna soddisfazione. Proprio nessuna!

È da molti anni che io mi affatico intorno a questo antico problema, posto già nettamente da Aristotele, rinnovato in ogni tempo e specialmente nel tempo nostro: vedere cioè per quale