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:: | La piccola Puccin | 57 |
angolo, guardava. Guardava Puccin, e questo pensiero diabolico si delineò nella mente così: «lasciare aperto lo sportello opposto: attendere che Puccin vi batta contro». Non avrebbe sentito neppure un grido: il rosso, il bianco, l’oro dei capelli, travolti: un istante; poi nulla, più nulla!
Ma Almerigo Crosio al pensiero diabolico rabbrividì, si alzò, andò all’altro sportello e si rassicurò che fosse ben chiuso; ma nel ritornare al suo angolo, prese Puccin per l’uno e per l’altro polso, davanti a sè, stringendo a pena: poi nel premere andò sempre crescendo. Voleva vedere gl’imperturbabili occhi lagrimare, voleva udire la soave voce tramutarsi nel pianto, voleva che Puccin provasse paura, non fiducia, di trovarsi con lui. Qualche piccola cosa pur il demonio domanda! E stringeva!
E Puccin fissava attonita: l’ombra della paura le oscurava il volto, le labbra fecero boccuccia brincia per il dolore, ma non per piangere, bensì per offrire il solo omag-