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:: | La piccola Puccin | 55 |
vano insegnato a Puccin che non si deve mai dire «voglio», ma sempre «per piacere».
— Perchè non si deve dir «voglio?» — domandò il balio.
Puccin allargò le braccine con un gesto rassegnato e disse (ora teneva i grandi occhi in su come per scrutare quell’uomo nuovo a cui andava connesso il nome di padre): — Perchè l’erba del «voglio» non cresce neanche nei giardini del Papa.
— Dunque hai piacere?
— Sì, piacere.
Puccin dopo questa risposta si era allontanata, e ritornò poco dopo.
Aveva un cestellino di giunco sotto il braccio: nel cestellino c’era un pezzo di pane ed una bambola miserabile.
— Quando le si dice di andare a Venezia, lei corre a prendere il suo cestino e la sua pupa — spiegò la balia.
E Puccin pure seguitava ad imitare i buffi del fumo del treno che vedeva passare di lontano; e l’amico fedele, il cane di Piero Medici, abbaiava.