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Io conservo nella memoria un grazioso ricordo, che molto influì su la mia vita. Voi dovete sapere che io alla vostra età godevo la benevolenza di una giovane donna, la quale era sovvenzionata da un ricco e feroce banchiere. Credo che costui le passasse mille lire al mese: una inezia ai tempi nostri, allora una cospicua somma; ma non spesa male, perchè la giovane donna non soltanto era bellissima, ma fornita di grazia e di spirito assai fine. Modesta anche nel treno della vita, che allora non costumava distinguersi come donna sovvenzionata, sì che molto denaro le avanzava, e ella pretendeva che io ne partecipassi. Ma voi sapete che, ohimè! allora ero assai ricco; e soltanto per amore mi recavo da lei. Ella era anche di un carattere uguale, senza quegli sbalzi termometrici che voi scrittori avete imposto alle donne, sì che esse oggi procedono bislacche nella vita, come per via procedono a quel passo di danza su quei tacchi isterici, di cui voi vi compiacete. Piena era anche di quel prezioso senso