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— Ciò è ben comodo — concluse V***, — ma mi sorge il sospetto che noi non potremo più amare come una volta: certo io dovrò mutare tutte le mie liriche.

— Allora udite me — disse il direttore. — Ecco qui un manoscritto di quattrocento pagine, carta a mano, con enormi margini, legato con marocchino, e fermagli d’argento: disegni di autore nel testo. Il prezzo materiale del manoscritto non può essere meno di lire mille, senza contare i disegni. Lo portò qui a me, in redazione, una signora non giovanissima, ma ancora una bella signora! Ossigenata se volete, ma certamente, signora. Fine di modi: eleganza molto distinta.

Mi domandò la licenza di non proferire il nome. Quel manoscritto era un romanzo. Preghiera di leggerlo io — io personalmente — per poi stamparlo in appendice. Voi ben capite che appena fosse stata una