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La signorina in attesa | 219 |
In attitudine forte ella sta. Un po’ contorta, sì bene, ma non per artificio. Il ginocchio destro è piegato all’indentro e la gamba sporge col piede che appena vien fuori dalla balzana. Ma la tensione è in rispondenza del collo.
Pare una duellatrice che attende il nemico.
Chi è il nemico?
L’uomo.
La mano non è armata di spada, lo so; ma quelle braccia sono ben strane!
Sottili, lunghe: il braccio sinistro è ripiegato sul fianco ma non disegna una dolce ansa, bensì un angolo fiero, acuto, duro: il braccio destro, invece, pende, ma non inerte: teso esso pure. La lunga manica, serpertina, sottile come una proboscide, termina in una mano aperta, col pollice divaricato su la coscia potente.
E il volto?
Non ha l’aura di sogno.
Il volto della «signorina in attesa» non ha artifici di unguenti: un volto comune, forse un po’ scarno rispetto alla persona.