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Le rose di Pasquarosa | 205 |
— Lei non capisce – disse la dama sorbendo lievemente il rosolio – perchè morire? Non ha un’anima lei? non ha sentito lei il bisogno dell’uomo, qualunque esso sia, che ti ricopra col suo immenso tremore, e ti innondi e ti faccia morire?
Felicetta guardò stupefatta la dama; e poi timidamente disse: – Ma non ha lei amato...?
E fece il nome di uno di quei potenti uomini rivoluzionari, che con le loro parole ogni tanto scuotono l’Italia.
– Il miserabile! – disse la dama – Egli mi ha posseduta, egli mi ha goduta! Io credevo con lui di potere operare grandi cose. Stavamo ambedue, con l’aiuto del popolo, per far precipitare questo mondo, quando lui ha riflettuto: «c’è caso che rimanga schiacciato anch’io». E ha dato il contravapore. Vigliacco!
La signora Felicetta guardò, ma non capì questo discorso. – Ma lei – aggiunse timidamente – non era fidanzata con quel poeta...
Infelice! – disse la dama. – Sì, egli