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Ellade, giovinezza del mondo | 11 |
vuoto nel suo cuore: un popolo che ebbe la magnifica impertinenza di chiamare barbare tutte le altre genti; che in politica ci lasciò questo terribile ammaestramento, che non è possibile vivere che, o sotto la tirannia di un individuo o sotto la tirannia della plebe: il demos e la tirannis, come la tragedia e la commedia: un popolo che adorò la sua minuscola città, la sua polis, ed ebbe per patria il mondo! Ma la patria, la patria, cioè il genio della stirpe, guai chi l’avesse obliata! guai all’infingardo che avesse scioperato nel divino lavoro, che avesse obliato la patria! E così Ulisse ai compagni, stanchi, strappa il dolce oblioso frutto del loto. «Via! via! il vile dolce frutto del loto, che fa obliare la patria!»
E guai a chi avesse disturbato que-