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La immortalità dell'anima | 229 |
conta che quando fu già dopo il tramonto, uscirono dalla prigione, a capo chino, in silenzio, quegli amici di Socrate, e poi quella povera Santippe; e c’erano davanti alla carcere alcuni monelli che giocavano con gli scarabei, e martoriando una civetta, e cantando:
E gira, gira a tondo, |
Poi quando videro uscire coloro e dilungare così tristamente, capirono che l’uomo che doveva morire in quel dì, era morto; e allora ruppero le danze e corsero su dal carceriere, e sì gli dissero:
— È vero che hanno ucciso quell’uomo brutto? Facci vedere l’uomo brutto che è morto.
E quegli disse: — Se sarete buoni, vi farò vedere l’uomo morto.