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tutto sommato, stando al computo che fece Senofonte, — uomo pratico di affari, — il suo capitale non arrivava alle cinque mine, che sarebbe come dire cinquecento lire, «al patto però che si fosse trovato un buon compratore».
Di questo capitale egli aveva speso qualche obolo e qualche dramma per comperare, come abbiamo veduto, quel poco di scienza che possedeva: ma nell’esercizio di rivendita non domandava niente. Faceva con tutti come con Assioco, a cui aveva dato così bei conforti per prepararsi a morire. «A me costano tanto» aveva detto, ma non disse, «e tu dammi tanto».
Già, egli avrebbe potuto mandare a Clinia una nota delle sue prestazioni: Per avere consolato l’anima di tuo padre, venticinque dramme. Ma come