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novelle d'ambo i sessi |
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la matta si è precipitata dall’ultimo piano. L’inferriata! Ma è da un anno, da un anno che io dico al dottore, voi potete testimoniare: alle finestre alte bisognava mettere le inferriate. Vedo la signora distesa sul pavimento di marmo davanti alla villa. Qualche ultimo tremito, qualche goccia di sangue qua e là. Presto, presto, — dico, — avvenga quel che vuole avvenire. Ma via quel corpo di lì. Per gli altri ammalati, capisce? per la gente che arriva. Vado al telefono: Presto, presto, dottore. Non posso spiegare. Mando un infermiere giù in bicicletta. Lascio appena il telefono, che sento un’automobile che arriva. È lui, il figlio. Lo trovo lì, come di solito, davanti alla villa, col suo sigaro in bocca, che andava tranquillo su e giù. “Come sta la mamma?„ Io non so più cosa è nato, cosa ho detto, quanto tempo è passato. Ho provato a mentire: “Dorme.„ “Non è vero, — mi risponde, — la voglio vedere.„ Noti che non diceva mai così. “Non si può„ dico io. “Allora, — dice lui, — è successa una disgrazia. „ Pareva che lo sapesse. Quella figura di imbecille mi faceva pietà. Ad un tratto si scaricò come un automa che ha dentro una molla serrata che si disserra: “La mamma, la mamma, la voglio vedere, voglio vederla. Voglio condurla via. Farabutti, farabutti tutti. Anche lei! È tutto un