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Cose da manicòmio. 67

ammalate, poi, gli vanno sotto come cervi alla fontana. Ma dopo un po’ che è stato con gli ammalati, vien da me e mi dice: — Vada, vada lei; non voglio mica diventar matto io.

“Dottore, dottoraccio, quel dottoraccio maledetto, quando viene? Oh, se venisse!„ e stan lì ad aspettarlo. Aspetta bene! Io credo che non si ricordi nemmeno, in certi giorni, di avere lassù degli ammalati. Chi deve rappezzare poi tutto, sono io, con tante storie, con tante invenzioni. Appena viene glielo dico: O lei fa quello che deve fare, o io me ne vado. Si ricordi che la responsabilità è sua: questa casa è sua, sa? Mettere una povera donna come me in mezzo a tante responsabilità. E poi tutte le bugie che mi fa dire.... Una vergogna! Be’. Se ne ha per male lei? Così se ne ha per male lui.

Domandai che cosa dicesse quel dottore agli infermi.

— Mah? Delle volte dice anche cose da galera.

— Per esempio?

— Per esempio è capace di dire con quelli che stanno meglio: Ma ci crede lei alla cura? Lei è guarito perchè non era ammalato. Capace di dire, lì in sala, quando ne viene uno nuovo: Ecco un altro merlo! Ne vuol sentire una? Nelle finestre alte ci devono essere le inferriate