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46 | novelle d'ambo i sessi |
disse Fulai a Dante, — va tu a cercare Dio. Io ancora preferisco stare qui.„
Oh, andava meglio, molto meglio il professor Fulai; e più il tempo passava, più andava meglio. Quando poi passarono finalmente quegli ottanta giorni, andava benissimo. Egli era tornato un uomo normale come prima: forse un po’ più di prima scrupoloso della sua persona, della sua pelle, della pulizia, dell’igiene; ma per il rimanente, uguale a prima. La biblioteca, quella entro la testa, non gli pesava più come una corona di piombo; le schede erano tornate lievi come foglie, appena agitate dall’auretta.
Forse Battista, interrogato, avrebbe potuto rispondere che il signore si era fatto un tantino anche più pedante.
— Ma, Battista, — diceva Fulai con la sua voce in falsetto, — sapete che quei due gatti, sporcano molto per casa? E quel coniglio poi!
Perchè Fulai, animo riconoscente, aveva voluto ricompensare Pipin, il coniglio, della sua gentilezza nel non essersi mai ammalato, in quegli ottanta giorni di passione, che Fulai aveva durato.
Perciò lo aveva sottratto alla certa morte di laboratorio, lo aveva accolto in casa; ma sporcava, come sporcava per casa quello stupido Pipin dai tondi occhi rossi.