Pagina:Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu/52

40 novelle d'ambo i sessi


*

Al mattino Fulai si destò: aveva dormito molto, ma senza incubi.

La stipsi si era risolta un po’, e Battista condivise al proposito la soddisfazione del signore, anzi si permise di osservare:

— Quando avrà il beneficio di prima, starà come prima.

*

— Sì, infatti la cupa cupola di piombo che era sul suo cervello, si veniva squarciando: appariva il sereno. Ma perdurava tuttavia una strana oscillazione nelle idee. Si provò a leggere, ma non poteva studiare, non poteva fissare. La sua testa era prima come un ordinatissimo, tranquillissimo schedario. Ora invece ogni scheda si era gravata della sua profonda significazione: accanto ad ogni scheda era un uomo vissuto già nel tempo; v’era la sua fatica, la sua opera: e tutte queste infinite opere formavano un enorme peso, e tutto questo peso formava una spaventosa leggerezza: Vanitas!

Ma il suo pensiero correva là, all’Istituto Antirabbico, dove c’era il coniglio.