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In salmì | 145 |
caminetto acceso, lampade accese e i fiaschi sul caminetto.
— Tutto bene, tutto bene, — diceva il dottore ispezionando le pareti. — Ma lì vedo imagini borghesi, quadretti bellicosi, ricordi quarantotteschi, un Cavour, un Garibaldi, e che so io. Rinnovarsi, rinnovarsi, egregio colonnello.
— Egregio dottore, — diceva il signor colonnello, — lei mi sottrae quaranta anni, e io mi rinnovo.
La dolce Camomilla assicurava il dottore che suo marito era essenzialmente uomo d’ordine, niente bellicoso. La sola cosa che studiava era la guerra dei mondi nei romanzi del signor Wells, e la geografia del pianeta Marte.
— Non parliamo di politica, — disse il signor Capo. — E il salmì, signora Camomilla?
— Giudicherà alla stregua dei fatti.
— Chiedo scusa; e il mio zampone?
— Il suo zampone è venuto benissimo, con tutte le regole: bolle dalle quattro, e ora riposa.
— Benissimo! — disse il Capo, — perchè, veda, pare una cosa facile, ma anche cuocere uno zampone, non è da tutti: ci vogliono quattro ore buone, e se crepa la pelle è un disastro.