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142 | novelle d'ambo i sessi |
letta pirica della sua doppietta si era sollevata sopra la bianca neve, si era dispersa nella chiara trasparenza del giorno invernale, e su la neve c’era la lepre ammazzata.
Il signor colonnello la sollevò per le orecchie, la mirò, e festante se la trascinò a casa. Su la neve erano disegnate lettere rosse: sangue di lepre.
Anche la dolce Camomilla volle prender la lepre. Ella, buona massaia, aveva la bilancia in cucina e la bilancia in testa; e disse:
— Sono quindici libbre.
La gioia di avere uccisa la lepre impedì al signor colonnello di continuare in quel giorno la lettura del romanzo, la Guerra dei Mondi, del signor Wells, insieme con la geografia del cielo; ma corse dal suo amico capostazione. Lo trovò nella solitaria stazione, che meditava con volto atroce sul Riscatto ferroviario.
Gli annunziò che aveva ammazzata la lepre:
— Mangiàmola insieme, così ci sembrerà più saporita.
Il volto del signor Capo si spianò.
— Arrosto? su lo spiedo? in umido?
— Ma no! in salmì con la polenta!
— Il salmì, il salmì! Crede lei, colonnello, che sia facile preparare bene il salmì? Il salmì vero, intendiàmoci!