Pagina:Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu/126

114 novelle d'ambo i sessi


— Io? Io sono Prometeo...

— Prometeo? — esclamai al colmo dello stupore, — il fratello di Epimeteo? il figlio di Giapeto? Il Titano? Il gran nemico di Giove? Colui che rubò il fuoco, cioè la saggezza a Giove? e donò poi la saggezza agli uomini? e poi fu da Giove condannato sul Caucaso ad aver divorato il fegato dall’avvoltoio?

— Quel desso, — rispose, — ma parla forte.

Io ripetei forte:

— Prometeo, l’illustre Prometeo, il grande ribelle, il grande filantropo, colui che ha costretto Giove ad abdicare, che ha fatto l’uomo uguale a Dio....

— Andiamo adagio, — disse Prometeo, — quanto tu dici è poetico, ma non è esattissimo. Gli uomini, ai miei tempi, camminavano su quattro zampe e io ho detto semplicemente: “Cos’è questa vergogna? Mettiamoci la martingala come ai cavalli di lusso perchè tengano diritta la testa„. Io ho rapito realmente la martingala a Giove.

— E Giove allora, — dissi io, — ha fatto prendere lei e incatenare dal suo carabiniere di nome Briareo.

— Vedo che conosci la storia, — mi disse Prometeo.

— E lei allora, o saggio Prometeo, prima di