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Il telegramma | 97 |
tola, fu più innamorato di prima; quando lo vidi occupato dietro quella moglie, “Rosina, lo sciallettino, Rosina, hai dimenticato il crayon per l’emicrania....„ (quella moglie che si lasciava servire come dicesse: “Che cosa è un marito? È un cameriere che non si paga„); quando poi mia moglie — (perchè io ho preceduto Eliodoro Marcoleni in questa operazione del matrimonio) mi diceva: “Marcoleni! quello, sì, è un perfetto gentiluomo, un vero marito„, ebbene, da quel tempo le mie relazioni col ragionier Eliodoro Marcoleni furono ridotte a semplici relazioni di buon vicinato.
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Spesso però ci venivano a trovare. Ma non per me: per mia moglie.
Lei, la signora Marcoleni, avanti, lui dietro, con i servizi logistici: ombrello, fiori, scialletto, cagnolino! Lei, ogni anno, più pomposa, più voluminosa, più pàpera: lui ogni anno più innamorato, più felice, più lacchè.
La signora Marcoleni parlava anche: anzi aveva una sua signorilità matronale di loquela. Di che parlasse non so, perchè io avevo l’abitudine di ritirarmi appena potevo farlo decentemente, ma ricordo molto bene che parlava.