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Era la settimana di Pasqua, ed io camminavo lungo la riva del mare per ubbidire ai consigli dei medici, i quali mi avevano detto di vivere in solitudine e di non leggere più libri e giornali che parlassero della guerra, se volevo evitare irrimediabili perturbazioni. “La guerra per cui i padri seppelliscono i figli!„ — dicevo io agli uomini dotti della città.
Ma essi rispondèvano alle mie parole, placidamente così: “Il dolore è un benefico nume, e da questa incommensurabile morte nascerà la incommensurabile resurrezione„.
Le mie parole, infatti, erano antiche: le aveva proferite inutilmente Erodoto ventitrè secoli fa; e gli insensati non ricordano più!
Perciò abbandonai la città e cercai rifugio presso la riva del mare.