Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/94

16 chi sarà lo sposo?


ficile passare il fiume! Oh, e come farà la Reginella a sposarsi se lo sposo rimane di qua del fiume?

— Non crediate, amico (lasciate che vi chiami con questo dolcissimo nome che da molti anni più non ripeto se non al mio cane), che uno di quei due che avete nominati sia esso lo sposo. Molti altri cavalieri e nobili signori son già presso il castello fin da quest’ora, venuti da altre bande che non sia questa foresta. I Re di corona sono due, de’ baroni poi è infinito il numero, giacchè, se non lo sapete, un’antica legge del nostro regno vuole che la Reginella scelga ella medesima lo sposo. Non vi meravigliate perciò se potendo arrivare al castello, troverete pei fossati qualcuno di questi signori nella condizione più goffa e irrimediabile. Si incrociano i ferri, si feriscono cavallerescamente e, quando si può, anche a tradimento, e così il numero su cui la Reginella deve scegliere diminuisce. Del resto il duca di Gaula e il figlio di quel Re di corona avrebbero avuto buona sorte di riuscire; ma il fiume forse li gabberà.

— Perchè avrebbero avuto buona sorte?

— Perchè, amico, l’uno, cioè il duca di Gaula, è un obbrobrio della nostra specie; i cani si distinguono dalle serpi, i corvi dai rosignoli; con le bestie insomma noi sappiamo subito con chi abbiamo a trattare; non così con gli uomini: volti consimili nascondono animi così diversi che più simiglianza vi ha fra la colomba ed il nibbio. Tale è il duca di Gaula; il suo animo doveva vestirsi del corpo di una iena o di un immondo avoltoio e invece il caso ne ha fatto un rettore di popoli, e la natura, alla sua volta, gli ha dato una voce soavissima e piena di mitezza: ma è grido di popolo che se il duca di Gaula va a letto senza aver fatto male a qualcuno, la notte non si sente bene e a stento può riposare. Il mio amico filosofo sapeva per altro conoscere e leggere l’animo umano sotto i volti più ingannevoli. Questa scienza diffi-