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14 chi sarà lo sposo?


dobbiamo comportarci, dato il caso che la natura se ne sia dimenticata. Un mio collega carbonaio, che è morto, era anche filosofo, e contemplando per giorni e notti continue il salire che fa il fumo, avea concepito molte profonde teorie su la vita e su gli uomini: egli me le ha spiegate con una pazienza che gli fa onore tuttavia; ma non ho vergogna di confessarvi che non le ho ben capite: sono giunto solo a comprendere dal fumo se il vento spira da borea o da levante. Per tutte queste ragioni che vi ho esposto accettate il consiglio che vi do: rimanete presso di me ed aiutatemi a fare il carbone; tanto più che qui è difficilissimo trovare dei garzoni: l’ultimo che aveva era tanto dappoco che non ebbe neppure il coraggio di vivere: eppure, credetelo, lo ho sepolto con rimpianto. La ragione è che il luogo è romito, scarso di abitatori, e quei pochi che vi sono vanno tutti a servire al castello della Regina. Antepongono essere servi ben nutriti che liberi carbonai.

— Voi lo conoscete il castello della Regina? L’avete vista la Reginella? — chiese Fortunio con entusiasmo come se in mezzo a quelle tenebre e alla caligine della catasta del carbonaio avesse visto risplendere il castello della Regina.

Il vecchio brontolò, e scuotendo il capo disse:

— A quel che vedo voi avete troppo in mente la Reginella, e per ora non è in voi nessuna buona disposizione per i tre mestieri che vi ho suggerito. Forse avete ragione, ma verrà un tempo in cui vi pentirete di non aver seguito il mio disinteressato consiglio di farvi carbonaio, e questo pentimento avverrà quando i vostri occhi di venti anni vedranno le cose della vita nel colore con cui le vedono le mie pupille che ne hanno trentacinque per una. Andate dunque a vedere le nozze della Reginella! Seguite questo sentiero e quando troverete tre grosse querce che formano un triangolo, voltate a destra.