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chi sarà lo sposo? 7

Ma dopo alcun tempo passarono molti carri, così pesanti che i cavalli non riuscivano che a fatica a levare il trotto: allora potè accostarsi ad uno de’ sergenti che guidava il convoglio e gli domandò chi fosse quel bel cavaliere che era passato prima.

— Quegli è figlio di un Re di corona! — rispose il sergente.

— E dove va?

— Va con la sua baronia al castello della Regina.

— Allora tutti s’avviano al castello della Regina?

— Cosi è: domani la Reginella si fa la sposa, e le nozze saranno belle e grandi, che chi le avrà vedute potrà ricordarsene per un pezzo. Ma sappiate, signor viandante, e ditelo per certa fede a chiunque sosterrà il contrario, che la Reginella non isposerà altri che il cavaliere che avete veduto passare testè, nostro signore, perchè solo il figlio di un Re di corona può ragionevolmente pretendere di essere sposo della Reginella!

Cosi disse e mandò un grido e tutti i sergenti fecero il simigliante incitando i cavalli, i quali piegarono le groppe e levarono il trotto; e il convoglio che portava le tende e i doni nuziali, si allontanò, con gran rumore.

Allora Fortunio fu sopraffatto dal desiderio di andare egli pure al castello della Regina a vedere le nozze e, come egli era a piedi, così camminò a quella volta.

E andò, e dopo molto andare passò per un borgo dove era un popolo di gozzuti e di nani che oziavano per la via, ed era tutta gente sucida e macilenta. Pensò che quivi avrebbe potuto domandare del cammino: ma l’uomo a cui si rivolse lo fissò con due occhi smemorati, poi gli aperse una gran bocca sgangherata e davanti a lui si accovacciò con le palme su le ginocchia per ridere meglio. E rise, e poi che ebbe riso a sua voglia, puntò il dito contro di lui e volgendo quella sua ebete faccia ai vicini, disse: