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pietro panzeri liii


golare attività che era propria dell’indole sua; finchè potè, per benigna fortuna e concorso di eventi, infilare la via diretta, nella quale dovea giungere a così alta meta.

La volontà del riuscire era in lui pari alla tenacia ed alle forze. Spenditore parsimonioso e avveduto del tempo, seppe trarre mirabile profitto del vigore prezioso che in sè gli anni giovani contengono.

Ed è così che — entrato come funzionario nell’Ospedale Maggiore di Milano, percorrendo poi tutte le fasi del tirocinio pratico, potè occuparsi ora di medicina, con un «Ragguaglio Clinico» ispirato dal Prof. Rovida (1873), e dal quale appare subito la lucidezza dei concetti, la chiarezza del suo dire e le ottime cognizioni scientifiche sopra svariati argomenti della medicina; ora di oculistica ed ora di chirurgia; sia con riviste, sia con note di patologia e di medicina operatoria, come risulta da alcuni saggi nella «Patologia ed operazioni sulla cornea» e nella «Patologia ed operazioni sulla mammella».

Collaborò efiicacemente nell’Enciclopedia Medica Italiana (1875-76) come pure negli Annali di medicina e chirurgia, lasciando ovunque traccia dell’originale suo ingegno.

Nel 1877 potè visitare e frequentare le principali Cliniche e gli Ospedali esteri, specialmente di Londra: nella quale occasione seppe afferrare, con criterio perspicace e pratico, l’importanza di