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pietro panzeri xlvii


— No, seguiti a leggere, signorina — fu la risposta.

Non molto dopo accusò male al cuore.

Cinque minuti dopo non era più.

La morte fu così repentina che il volto conservava l’inalterabile espressione della calma nel sonno.

Non ebbe tempo di soffrire.

Morì di sincope cardiaca. Avea quarantanove anni.

Di questo male che lo fulminò nella pienezza della vita, è dubbio se egli avesse conoscenza piena: certo, se l’ebbe, non ne lasciò agli altri, nè meno ai conoscenti più intimi, trapelare il sospetto.

Della sua vita e della sua attività di scienziato non sarà al lettore discaro che io aggiunga a necessario complemento di quanto è detto sopra, qualche cenno, quale io ho raccolto dalle notizie a stampa che furono edite nell’occasione della sua morte.

Pietro Panzeri nacque a Sormano di Brianza, nel mandamento di Erba in quel glorioso anno 1849 che segna la terza epica ripresa per la resurrezione della patria. Il padre era medico condotto, dunque figlio d’arte, per così dire; e fece i primi studi a Como. Nel 1866 a diciasette anni come quasi tutti i giovani ben nati di quell’età, specie fra studenti,