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xxxiv | pietro panzeri |
tutta la fede e tutta l’attività dell’apostolo, come sarà dimostrato più innanzi quando ricorderò le tappe, per così dire, della nobile esistenza di lui.
Caratteristica in fatto del temperamento geniale dell’uomo era la fede nell’impresa assunta; era l’imperioso bisogno del lavoro; la febbre — per così esprimermi — per la battaglia benefica impegnata contro mille difficoltà allo scopo di raggiungere e plasmare col fatto l’idea: impronta, codesta, che si riscontra in tutte le creature superiori, la quale costituisce un’aristocrazia che non si può diversamente acquistare se non per felicità di natura.
Caratteristica dell’opera sua di scienziato fu l’avere per primo intraveduto ben nettamente una via nuova, l’avere conosciuto la necessità di specializzare questo studio dell’ortopedia che prima era confuso con altri. E nel tradurre l’idea nel fatto, esplicò una tenacia ammirabile contro ogni sorta di impedimenti e difficoltà, e raggiunse l’intento. Raggiunse l’intento dando di sè la maggior prova dell’eccellenza a cui si poteva giungere sì nella diagnosi delle infermità, come nel metodo più acconcio alla cura, e nella conoscenza dei mezzi sociali onde prevenire il male.
E persuase gli uomini col fatto, col risultato, con l’esempio; e li costrinse ad associarsi al proprio lavoro.
Questa è cosa facile ad intendersi da chi legge; non è nemmeno cosa difficile a scriversi: ma è in-