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254 | il sogno del natale |
dete? e la natura non ha composto parole che possano esprimere il mio pentimento per il male che io vi ho creato..Ve ne supplico: guardate le mie lagrime attentamente e le troverete di sangue. Io sono fuggita da questa casa che mi accolse come nuova figlia, ho abbandonato il marito e i figliuoli, ho affrettato il tempo della vostra vita. La casa che la nuora dovea rallegrare è stata ottenebrata da me. Io ho tolto a lui, che mi diede la fede e il nome, le energie della vita; egli invecchiò per mia colpa, prima del tempo. Vi sono pene per questo delitto? Potrò io ridare a lui la sua vita? Dunque lasciatemi stare per terra: così.
Sorrise il vecchio e disse: — Questa è la notte del Natale e noi vi preghiamo, figlia, di asciugare le lagrime e di consolarvi. Credetelo: le lagrime corrodono la bellezza più del vetriolo e i figliuoli che ricordano di aver visto piangere il padre o la madre, portano nella loro vita il sottile veleno della tristezza, che è come il velame di alcuni infermi per cui la luce del sole non arriva sino alle loro pupille.
— Io vi vorrei spiegare, — ella disse, — con le parole e le lagrime quanto grande sia il mio pentimento e quanta la riconoscenza per voi che mi avete perdonata. Asciugherò il mio pianto e comanderò al mio volto di essere ilare: ma io farò questo soltanto per eseguire il vostro comando; e non crediate per l’avvenire se, dico, mi vedrete lieta, che ciò sia perchè io abbia dimenticato le mie colpe e la vostra generosità. Sarò lieta per fare la vostra ubbidienza. Del resto la leggerezza del mio passato vi autorizzerebbe a credere così. Io voglio quindi spiegarmi in modo preciso. Ascoltatemi!
Risposero i vecchi: — Vi preghiamo di no. Quando le anime si intendono le parole diventano superflue: esse sono un semplice suono che fa perdere molto tempo e spesso non servono che ad aiutare la nostra malignità.