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il sogno del natale 251

e non mi avresti nè udita nè veduta! E questo non durò un giorno; ma molte generazioni di rose ebbero il tempo di rinnovarsi mentre tu ricercavi la Causa causante. Suvvia ora non lagrimare, le lagrime dei vecchi corrorodono l’anima! oggi è giorno di festa e se vuoi, fa onorevole ammenda: bacia le mani alla tua compagna fedele. Egli le baciò le mani e si trasse a sè quel volto che contemplò a lungo con le palme aperte: — Ecco, disse, attraverso le rughe io distinguo le linee del viso tuo giovanile, quand’io me ne innamorai. Chiudo gli occhi e ti ricontemplo ancora.

— Allora c’erano molte rose sulla terra; e il sole faceva cantare le cicale e la luna i rosignuoli — disse ella melanconicamente.

Mentre così ragionavano e le fiamme del fuoco aprivano i molti involucri di cui le primavere involsero ogni anno il tronco del faggio, e crepitanti que’ cartocci si staccavano, si velavano, si incenerivano; suonò un allegro riso; una corsa, uno strepito di ruote leggere rimbombò pel corridoio.

Ecco arrivano, arrivano gli ospiti desiderati e pianti!

Entrò nella stanza una carrozzella da bambini sospinta festosamente da una gìovanetta il cui volto pallido e ridente era ravvolto in un nero sciallo; e il volto e lo sciallo e la carrozzella erano madidi per la brina della notte gelida.

— Lucia! Lucia! sei anche tu, piccola Lucia, tornata sotto il tetto dei tuoi padroni? — dissero i due vecchi movendole incontro, — chi porti tu?

— Il piccolo bambino io porto, miei buoni signori: ma non lo destate per pietà: esso dorme. Lo abbiamo bene coperto, così ben coperto che non si è risentito per