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i misteri del giovane cuore 241


Convogli funebri? Influenza? Polmonite? Crisi parlamentare? Idealità del Parini? Monumento di Garibaldi? Ma chi ragiona di queste vane cose?

L’amabile operaia doveva ignorarne persino l’esistenza; e il sole, che predilige le cose giovani, e già trapelava fuor della nebbia, la recingeva di un bellissimo nimbo: bene ho detto amabile perchè amabilissimo ne era il volto tagliato di uno squisito ovale, e sano e libero sotto il tenue e signorile pallore, doveva scorrere il sangue: e rideva cogli occhi, e rideva con le labbra talvolta, vinta e conquisa da un senso di felicità tanto grande che nulla teme e nulla si cura del mondo. La lettera aperta permise che io leggessi in fondo: «Tuo per la vita».

Ed ella trasse dal seno una seconda lettera.

Ne contemplò prima il recapito, poi il largo sigillo di ceralacca verde, poi l’aperse lentamente come per prolungare la voluttà dell’attesa.

Lesse, rilesse e sorrideva tuttavia, sorrideva con un impercettibile moto delle labbra vigorose, e benchè si vedesse da me osservata, non desisteva dal leggere e dal sorridere.

Il tram era giunto allo incrocio di quella nuova, ampia e bellissima via, che è fiancheggiata tutta da ville e villette, recinti e giardini ben pettinati. V’è la pagoda, v’è il castello, v’è la casa fiorentina del quattrocento: e tutti quei capricci architettonici, fioriti d’incanto al tepore de’ subiti guadagni, risplendevano al sole, e la gran via era, come suole, deserta.

L’operaia raccolse le due lettere, si levò e parve