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l'uomo grande e la donna piccola 229


— Ma certamente — disse il prof. Cornelius.

— Per gelosia? — chiese donna Eleonora.

Il prof. Cornelius spiegò le mani diafane che avevano svolto tanti libri e levò gli occhi al cielo come a dire che la sua scienza psicologica non arrivava sin là.

Si udì la voce della contessa Clara, una voce su cui il signor Franz, poeta decadente, aveva promesso un completo poema. Questa volta quell’affascinante smemorata aveva udito che si parlava del prof. Maini. Dunque la voce d’oro disse:

— Sapete, oh, dove ho visto la scorsa Pasqua il prof. Maini? Ad A***, sotto il pergolato di un’osteria di campagna in un tête a tête graziosissimo con una signora, anzi lui le teneva la mano sui capelli. Ho detto a Giuseppe di fermare i cavalli. Lui, certo, era lui, perchè come si fa a confonderlo con quella barba e con quella testa? Dite, oh, se non pare il Dio Wotan della Walkirie? Ma lei? Confesso: ero curiosa di sorprendere il più fedele dei mariti ed il più celebre degli astronomi in flagrante fallo di infedeltà coniugale. La signora si volta. Sapete chi era? Orrore: sua moglie. Giuseppe, ho detto, via di corsa.

— In mia fede — disse donna Eleonora — io sarei curiosa di sapere quali segrete attrattive può avere quella piccola signora perchè un uomo di genio la preferisca ad ogni altra.

— Dicono che sappia far bene da cucina e così economizza il cuoco! — Ma la maldicenza cade a vuoto perchè il prof. Maini non è punto ghiotto, nè avaro: ciò è notorio.

— Dicono che sia una devota e fedele sposa — disse una delle signore presenti. (Nè potrebbe essere altrimenti — chiosò ancora la contessa Clara).

— Oh, dicono che abbia molto spirito! — disse la voce di un signore.