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200 divagazioni in bicicletta

suoi propri. La popolazione vi è laboriosa, sana, ossequente alla religione ed alla legge. I conti di Carpegna, antichissimi signori di quella terra e da cui pervennero i Montefeltro e i Malatesta, benchè oggi siano in modesto stato, conservano nel remoto borgo di Carpegna un palazzo d’aspetto feudale e vi godono di un ossequio non vile e che molto onora chi ne è l’oggetto.

Ivi nulla quasi della riottosità e della prepotenza romagnola, nulla o quasi di quell’istinto di ribellione alla legge che è caratteristico della regione posta:

Tra ’l Po, e il monte, e la marina e il Reno.

Però chi vuole fare esperimento delle cose dette, chi vuol conoscere questa buona gente montanara del Montefeltro, faccia presto a recarsi lassù.

Le cose cambiano presto ai nostri giorni, e i sentimenti che troviamo oggi, è molto dubbio se perdureranno sino a domani.

Concludendo sulle cose dette, se per la via da me percorsa non vi sono nè alberghi con tutto il comfort moderno, nè mezzi rapidi di locomozione, per compenso abbondano le memorie e le glorie.

Uno potrebbe rispondere che i Baedeker ne tacciono il nome. Ebbene esse sono scritte con larga parola e più che lievi accenni nelle storie d’Italia, nelle leggende di S. Francesco, nel poema di Dante e infine non è esclusa la possibilità che quell’industre popolo che fa adorare agli erranti, doviziosi stranieri, la tomba di Guglielmo Tell, renda celebrati e frequentati anche i luoghi del Montefeltro.

A Pennabilli la via cessa. Esso è l’ultimo confine a cui si spinga la diligenza: una di quelle diligenze che fanno venire il mal di mare e che in quel giorno fece