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198 divagazioni in bicicletta


Dopo S. Marino viene un curioso sasso montano spaccato a forma di V. Il quale dalla leggenda popolare è chiamato il Sasso d’Ortando perchè dicono che Orlando impazzito, furens o furioso, si elevò sul detto monte e con la durlindana lo spaccò. Dopo è rimasto sempre così, e così lo chiamano tuttora.

Ecco una leggenda che non mi pare spregevole per intendere come in fondo l’Ariosto dando quel carattere grottesco e nel tempo stesso terribile ad Orlando, non vi aggiunse gran che di suo, ma non fece altro che riprodurre con la magia dell’arte ciò che in fondo era nella coscienza del nostro popolo.

E una seconda tradizione orlandesca ricordo che risponde al medesimo senso: essa non si trova nei libri degli eruditi e perciò la riporto: Per la via Flaminia, a tre chilometri da Rimini, ad un luogo detto il Terzo, cioè ad tertiam lapidem è, a punto, una colonna miliare romana alta un tre metri. Ebbene il popolo la chiama con un vocabolo che non è decoroso di riferire; ma vuol dire press’a poco come la traccia del passaggio dell’eroe carolingio.

Ma la cosa più ammirevole pensando al franco Orlando, figlio di Berta dal gran piè e nipote di Carlomagno, consiste in cotesta ben strana combinazione, che tutti coloro fra gli altri popoli, che furono insigni per qualche loro anormale virtù — santi, guerrieri, eroi, poeti, avventurieri, apostoli, ecc., — ebbero dal più al meno a che fare con l’Italia; alcuni anzi vi si connaturarono completamente, come avvenne ad Orlando.

Della qualcosa l’onore per lo meno, se non il beneficio, è stato grandissimo.