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l'istituto dei rachitici xvii


tuto dei rachitici, v’è tale in sul limitare della portineria — vice-portinaio volontario, forse — che può servire di insegna. Se ha spiegato il giornale, come di sovente, non lo si vede, giacchè il foglio lo nasconderebbe. Una mano enorme e maligna sembra essersi posata su di lui e averlo schiacciato. Non so perchè quel mio simile così maltrattato dalla comune madre natura, mi richiami ogni volta che mi avviene di passare per di lì, il Diavolo Zoppo del signor Le-Sage: forse per l’arguzia della linea del volto e per quel non so che di intelligente che di solito risplende nel volto dei rachitici.

Del resto il piccolo vice-portinaio non sembra malcontento del suo destino, anzi all’aspetto si direbbe il contrario: egli intanto ha il suo posto al sole, la qual cosa non accade facilmente a tutti; e forse inoltre penserà che, più o meno ben fatti e ben costrutti, un’unica sorte persegue tutti; e infine la filosofia della vita si acquista anche senza aver letto i libri dei filosofi.

L’Istituto dei Rachitici sta alla scuola press’a poco come le ossa stanno al cervello.

Nella scuola si corrobora l’intelligenza e si coltivano i buoni sentimenti: almeno questo dovrebbe avvenire e qualche volta anche avviene. Nell’Istituto si allungano, raddrizzano e smuovono


II