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DIVAGAZIONI IN BICICLETTA



D

olce patria mia, bel nome vano, sei tu veramente e dove sei? dove vivi tu? dove tu alberghi? Non più io ti ritrovo nel cuore degli uomini: certo meglio che dagli uomini è tutelato il tuo nume dal ritmo incorruttibile di un santo verso, o dallo splendore armonioso di un’antica tempra, o tela, o statua, o edifìcio.

Qui certamente tu vivi, e qui ti possiamo cercare ed adorare ancora, noi solitari innamorati del tuo bel nume.

Ma l’accademia, la scuola, i contabili delle lettere con le sottigliezze preziose, con le selve dei loro ragionamenti, con la prepotenza della loro infallibilità; gli adoratori del bello con i loro Baedeker dell’estetica; tutto questo ed altro mi ha stancato e svogliato dall’antico mio costume di cercare la patria ed il suo nume, nei libri e nelle opere d’arte. Troppi insetti vi depongono le loro uova.