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la seconda disillusione | 159 |
giorno che gli uomini ricercheranno la vita al nostro sole. Gli inglesi sono savi, l’hanno capita e ci prevengono ed insegnano. L’Africa centrale sarà fra breve la villeggiatura della fredda Albione. Già in nessun luogo si conosce la vita come in Alessandria: balli, concerti, teatri, gite in carrozza ed in barca. In una festa di ballo gli egiziani sono capaci di spendere duecentocinquantamila franchi, ma sono feste fantastiche, impareggiabili. Le donne del Cairo e dell’Egitto sono bellissime. Bellissime sono anche le arabe, ma d’una bellezza marmorea che che non parla al cuore. Affascinanti sono invece le beduine coi loro occhioni neri che esse tingono, sulle palpebre, con del bistro che li fa sembrare più grandi e profondi. Ma la donna che sposerò non sarà nè araba, nè inglese....
Si aspettava una domanda che non venne e finì: — sarà un’italiana. In mancanza di ogni altra realtà, io voglio almeno sentire in un caro petto femminile palpitare l’anima superstite di questa santa terra d’Italia.
Un lieve rossore salì per le pallide gote della leggiadra fanciulla. Vide egli quel rossore, e per non arrossire egli pure, proseguì mutando il discorso: — Ho un servo nero al mio servizio, bello ed elegante, e più ambizioso di un occidentale; lo sorprendo sempre a guardarsi nello specchio ed a lisciarsi. Pretende di essere il servo più elegante della casa ed è sempre in lite con un altro servo che gli nega il primato. Quando mi chiedono il mio parere, li rimando dichiarandoli brutti ambedue. Ecco, con una limpidezza di sincerità, che non è in uso fra di voi occidentali, detto chi io sono. Nega ancora, signorina, che io sia un filosofo?
— Un filosofo — disse ella con voce triste —; che non ha mai provato i dolori della vita!
— Ma è necessario — ribattè egli con forza — conoscere i dolori della vita? Questo è l’egoismo orribile