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l'istituto dei rachitici | xiii |
fuor della cinta antica del Naviglio fra le due porte Vigentina e Lodovica, proprio fuori di mano, come disse il Giusti di S. Ambrogio; ed oggi quello non sarebbe termine rigoroso per esattezza.
Benchè il lato meridionale della città non sia tra i più elevati, tuttavia quel terreno, a cagione della vicinanza di magnifici giardini, può dirsi tuttora in buone condizioni igieniche. Le quali forse dovevano apparire anche migliori, quando nel 1880 fu proposta la costruzione di un edificio speciale pei Rachitici, come sarà detto più innanzi. Milano si poteva allora permettere il lusso di grandi spazi interni, tenuti a giardino od ortaglie, veri polmoni e depuratori dell’aria; onde l’ampio terreno, non eccessivamente costoso, dovette consigliare l’acquisto.
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Dell’Istituto dei Rachitici a Milano avviene un po’ quello che con molta fede e pazienza possiamo riscontrare anche nell’uomo: certi sentimenti buoni e generosi conviene ricercarli proprio fra le pieghe più serrate ed occulte del cuore. Così del pari Milano occulta questa sua opera buona e gentile, sorta da lei, in così pudico modo che non è facile rintracciarla, come io non credo che siano molti quelli che conoscano la piena funzione di questo Istituto, pure essendo esso così popolarmente conosciuto.
Vediamo di ragionarne un po’.
Ecco: si lascia a mano sinistra il corso di Porta