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antidotum impietatis 125

mentre questi tutto smarrito dall’angoscia e dal terrore, sbarrava le pupille contro quell’imagine, una seconda testa, luminosa come la prima, si veniva formando nel luogo istesso dove si era formata l’altra; e pur questa seconda oscillò, e si mosse smemorata e silenziosa come un barbaglio e salì su la parete accanto alla prima. E così una terza, una quarta; e finchè rimase posto su la parete, novelle teste del cieco si venivano formando, e tutte in fila guardavano immobili messer Anastagio.

Al mattino, quando le guardie scesero nel sotterraneo, videro il loro signore disteso morto con le braccia aperte accanto alla carogna del cane barbone, appena coperto da poche palate di terra.

Ed è per questo che voi leggete anche oggi su la porta del sotterraneo la scritta: Antidotum impietatis.