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sotto la madonnina del duomo | 85 |
latte pel bambino: il quale però è assai florido. Non è più uno sdentato, ha già due dentini.
— Che bella primavera! par di essere in campagna! — aveft esclamato Don Ambrogino, e si era presentato come suo vicino di casa.
— Mi pare bene di averlo veduto! — osservò la giovane.
— Sono stato anch’io laggiù tanti anni, che le conosco bene quelle parti.
Ella parve contenta di questa informazione e disse che ciò si capiva un pochino anche dalla parlata, e aggiunse che ella era di Siena e suo marito di Nocera de’ Pagani.
Eh, eh! li conosceva bene tutti quei luoghi dell’Italia bassa, Ambrogino; li conosceva meglio di Porta Ticinese, e a Nocera c’era stato un anno.
— Già, noi ci siamo conosciuti e sposati laggiù, — disse ella. — Conosce allora il tale, la tal’altra, quella che ha sposato, ecc.? quello che ha fatto, ecc.?
— Altrochè! — Altrochè se Ambrogino li conosceva: che cos’è che non conosceva lui?
— Eh, Milano, — sospirò la giovane, — è una grande città, gran commercio; vi sono i fratelli Bocconi che li conoscono anche dalle nostre parti, laggiù, e mi scrivono perchè faccia compre: ma son gente superbiosa i milanesi!
Ambrogino protestò.
— I milanesi veri, i veri ambrosiani hanno un cuore grand inscì. Peccato — e qui anche Ambrogino sospirò, — che i veri milanesi di Milano vadano scomparendo.
— Sarà come lei dice, ma noi si stava meglio laggiù, nel paese del mi’ marito, benchè io come gli ho detto, sia senese. Ma tant’è: mi ci era abituata! E poi lo sa bene: «A ogni uccello su’ nido è bello!»
— Già, come dicono anche a Milano: Milan e poeu pu!