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48 | dalla padella nella brace |
non si vedono. Se si ubbidisce, tutto va bene, ed è così che anche un bandito quando ha un buon nome e del sentimento, basta da solo a far smontare di sella anche una compagnia di venti persone, come è accaduto al ritorno della fiera di Verghereto (e qui i particolari del fatto narrati con quella prolissità che è speciale del linguaggio naturale del popolo), ma se vedono uno che a pena fa segno di volere resistere, fanno partire il colpo, e allora a chi tocca tocca; e quel giovane, che sarà anche bravo, mi ha l’aria di una testa calda. Senz’armi, in certi casi, è meglio: lasci fare a me, si fidi di me: noi pigliamo una strada dove gente cattiva non batte. Andiamo pian pianino: facciamo una bella colazione a Castel d’Elci e prima di sera siamo a S. Agata. E poi a questi banditi non ci creda: sarà qualche povero diavolo che si è dato alla macchia: se si incontrano basta averci rispetto. Ha visto coi cani come faccio io? li chiamo — To’ Fido! — e così fa lei coi briganti. Vuol dire che invece di buttarci un pezzo di pane, ci allunga un cinque lire e se ne vanno contenti. Dico bene? Non abbia paura! Vero signorina che non bisogna avere paura? — e il vecchio si rivolgeva alla mia compagna che appariva allora in sull’uscio.
— Oh, io non so, è un gran brutto impiccio: un’altra volta non ci vengo più con te: una settimana fa ci siamo avuti da affogare per andare a Venezia su quel maledetto piroscafo...., adesso....
Io avrei voluto e potuto osservare una seconda volta che era stata lei a volermi accompagnare sì nell’una che nell’altra gita, in omaggio ad un certo articolo del Codice civile che oramai sarebbe tempo di cambiare: ma per la ragione detta sopra, stimai prudente tacere.
La guida spiegò alla mia compagna l’itinerario nuovo per il ritorno con gran copia di particolari che a lei non importavano un bel niente, ed interruppe dicendo: